Le purine sono sostanze presenti in
diversi alimenti, soprattutto nelle carni, la degradazione delle
quali sviluppa l'acido urico, una sostanza conseguente al
rinnovamento cellulare (ovvero dal ricambio degli acidi nucleici DNA
ed RNA delle cellule morte) ed all'alimentazione, tramite la sintesi
(ad opera principalmente del fegato) degli alimenti che ne sono
ricchi, come le carni; ne abbiamo già parlato in diversi articoli
precedenti
(https://www.facebook.com/ChicchiRicchidiSalute/photos/a.1562342397312969.1073741828.1562331400647402/1580316052182270/?type=1;
https://www.facebook.com/ChicchiRicchidiSalute/photos/a.1569774156569793.1073741834.1562331400647402/1584313128449229/?type=1).
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Un'elevata concentrazione di acido
urico (uricemia) è correlata a diverse patologie, prima tra tutte la
gotta, senza disdegnare però ipertensione, nefropatie, sindrome
metabolica e molte problematiche cardiovascolari; diversi studi
testimoniano che a causa delle variazioni dietetiche avvenute negli
ultimi decenni, col crescente consumo di alimenti ricchi di purine
quali soprattutto carne e pesce, parallelamente sono aumentati
obesità e livelli di uricemia, dimostrando la relazione intrinseca
tra questi 3 fattori (il trend negativo è tuttora in essere).
Come abbiamo anticipato, l'acido urico
si genera nel nostro organismo attraverso due modalità:
la prima e più ingente riguarda il
ricambio cellulare, ed è una quota fissa implicita nella nostra
fisiologia, mentre la restante parte è direttamente correlata
all'alimentazione; attraverso la prima parte copriamo una grossa
fetta delle nostre capacità di eliminare, attraverso i reni, questi
acidi, poichè, a differenza di molti altri animali (evidentemente
strutturati allo scopo), l'uomo non possiede l'enzima uricasi, che è
adibito alla detossificazione dell' acido urico. E' consequenziale
quindi che, per questo motivo, l'uomo non è in grado di
metabolizzare il surplus di questi acidi ottenuto attraverso
l'alimentazione, se non in minima parte, mettendo così sotto stress
l'organismo (i reni non riescono ad eliminare l'eccessivo carico
purinico-urico) col rischio di incorrere in iperuricemia e
conseguentemente di agevolare le patologie sopra elencate; nella
fattispecie, si possono imputare i casi di iperuricemia a fattori
esogeni (alimentari) nel 90% delle situazioni, mentre solo il 10% può
imputarsi a difetti endogeni (congeniti) nella sintesi purinica.
A questo punto dovrebbe sorgere spontanea un'osservazione: se noi siamo sprovvisti dell'enzima atto a detossificare la carne, come è possibile che questa possa/debba far parte della nostra alimentazione?
A questo punto dovrebbe sorgere spontanea un'osservazione: se noi siamo sprovvisti dell'enzima atto a detossificare la carne, come è possibile che questa possa/debba far parte della nostra alimentazione?
La causa più accreditata dalla
scienza, benchè sia solo una semplice ipotesi, è che essendo
l'urato un antiossidante naturale, l'inattivazione dell'uricasi nei
primati sia stata frutto di uno step evolutivo, in modo da favorirne
la circolazione nel sangue; questo "traguardo" tuttavia ha
un grosso contro, che è quello di mettere l'intero organismo a
rischio di iperuricemia. Questo di per sè non sarebbe un problema,
in quanto è una condizione comune anche ad altri animali,
semplicemente lo diventa quando decidiamo arbitrariamente quali
devono essere gli alimenti atti a sostentarci; le grandi scimmie
antropomorfe, ad esempio (oranghi, gorilla e scimpanzè), si
alimentano quasi esclusivamente di vegetali (sgarrano di una
percentuale compresa tra lo 0% ed il 2%, di cibi di origine animale),
preferibilmente di frutta, non presentando problematiche di
iperuricemia, seguendo un'alimentazione adatta alla propria
fisiologia (considerata comunemente onnivora ma a detta di molti
esperti chiaramente frugivora). Secondo la scienza noi siamo
onnivori, tuttavia abbiamo perso l'enzima detossificante della carne
perchè potessimo avvalerci di alcuni vantaggi evolutivi, che però
si manifestano nelle numerose patologie correlate al consumo della
stessa, in quanto l'urato è si un potente antiossidante naturale, ma
al contempo un importante acidificante; guardacaso anche frutta e
verdura sono ricchissime di antiossidanti, che a differenza
dell'urato non creano in noi problemi dati dalla mancanza
dell'uricasi.
Ma come anticipato, resta una semplice
ipotesi quella che la perdita dell'uricasi sia stata uno step
evolutivo atto ad aiutarci nella lotta contro l'invecchiamento
cellulare nel lungo periodo, probabile quanto quella di averlo perso
perchè ormai i primati avevano trovato nella dieta frugivora la loro
miglior condizione e quindi, essendo diventata inutile l'uricasi, è
stata geneticamente disattivata.
Dopo decenni di menzogne alimentari che
ormai stiamo smascherando continuamente, evidentemente veicolate da
un interesse, è così strano collocare queste informazioni?!
L'uricasi è un segnalatore CHIARO della necessità del corpo di
detossificare le purine (in particolar modo quelle animali, da come
si evince da diversi studi che hanno verificato i diversi effetti,
molto più blandi, delle purine vegetali), derivanti da un assiduo
consumo di carni; in tal senso, il fatto che sia presente nei
carnivori e negli onnivori ha un senso logico e pratico. Se ha un
senso la sua presenza, in quanto chiara soddisfazione di una
necessità, con che cognizione viene considerata "non
probatoria" la sua assenza? Non si trattà altresì di una
chiara evidenza che gli organismi che ne sono privi NON SONO stati
strutturati per alimentarsi di determinati cibi, in quanto tossici
per loro stessi? C'è bisogno che un canuto scienziato vincitore di 3
premi nobel vada in televisione a dichiararlo per rendere valida
questa evidenza? Giustamente, un solo fattore potrebbe non essere di
per sè indicativo e sufficiente a determinare tutta una fisiologia,
ma quando questi va a sommarsi ad una sequela di elementi a lui
conformi, ecco che la tesi prende forma, avallata da numerose prove,
deliberatamente ignorate perchè decontestualizzate (volutamente) e
denigrate in nome di un interesse che vive di tutto fuorchè di
scienza.
La realtà dei fatti è che siamo stati
"indottrinati" ad avere dei punti fermi sin da quando
eravamo bambini, in questo caso specifico sull'onnivorismo umano,
tuttavia un uomo può benissimo vivere di sola frutta, con una salute
invidiabile (ormai si sprecano le testimonianze), ma NON può vivere
di sola carne (altro che onnivori!); lo spostamento dell'ago della
bilancia verso un'alimentazione più ricca di alimenti animali ha
portato il nostro organismo ad un livello tale da essere simbiontico
con le farmacie, che a rigor di logica dovrebbero essere state
progettate insieme alla nostra fisiologia onnivora durante
l'evoluzione. Mi rendo conto che sia un discorso per molte persone
inaccettabile e che metta in discussione una quantità enorme di
informazioni date per certe, tuttavia, se si riuscisse a partire da
un foglio bianco (invece che da un tomo onnivoro) e mettere a
confronto le evidenze scientifiche, senza le conclusioni dall'una e
dall'altra parte, ma utilizzando il ragionamento, ad oggi, la tesi
dell'uomo frugivoro calzerebbe a pennello sulla nostra fisiologia
(https://www.facebook.com/ChicchiRicchidiSalute/photos/a.1562342397312969.1073741828.1562331400647402/1576092065938002/?type=1&theater).
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