La
vitamina B12, conosciuta anche come cobalamina, è un coenzima sul
quale si fa spesso un gran discutere, soprattutto nell'ambiente veg,
quando in realtà la sua deficienza (o presunta tale) è una
condizione che spesso prescinde dal fatto di non assumere alimenti di
origine animale; sono infatti diverse la cause alle quali si può
associare un basso livello di questo elemento, il quale valore di
riferimento è tuttavia molto discusso.
Per cominciare, cos'è la vitamina B12 e a cosa serve nel nostro organismo?
Per cominciare, cos'è la vitamina B12 e a cosa serve nel nostro organismo?
Come scritto poc'anzi, le cobalamine (metilcobalamina,
idrossicobalamina, deossiadenosilcobalamina e cianocobalamina) sono
dei coenzimi, ovvero delle sostanze che partecipano alle reazioni ma
senza venirne distrutte, ecco perchè in una persona sana dal momento
in cui cessa di assumerle sino al momento dell'eventuale carenza e
manifestazione degli effetti negativi possono intercorrere anche 20
anni; inutile sottolineare quanto sia difficile non assumere
assolutamente vitamina B12 nell'arco di così tanto tempo, visto che
in quantità minime tale vitamina è presente in moltissimi alimenti,
anche vegetali, tanto più quanto più naturali essi sono. La grave
carenza di cobalamine è correlata a diverse patologie degenerative
del sistema nervoso (ma bisogna sempre considerare che con l'avanzare
dell'età questa non può che considerarsi una concausa, data la
moltitudine di fattori che contribuiscono nel contrarre tali
patologie) ed all'anemia perniciosa, una forma di anemia che però, è
bene ricordare, si sviluppa anche in seguito alla degenerazione di
patologie intestinali (che sono alimentate o possono alimentare le
problematiche correlate al fattore intrinseco intestinale, anch'esso
causa del malassorbimento della vitamina B12).
Per quanto riguarda il valore di riferimento della B12
nell'organismo, ci sono voci discordanti: diversi esperti sostengono
che sia stato praticamente raddoppiato intorno agli anni 70, passando
da un valore minimo di 80 al minimo attuale che è, appunto, il
doppio; fermo restando che tali valori sono e restano INDICATIVI
(nella sua immensa complessità il corpo umano varia tantissimo da
persona a persona, così come i reali fabbisogni, rendendo il
benessere individuale ben lungi da poter essere omologato in un
valore generico), è legittimo dubitare di una "scienza
alimentare" che ancora ad oggi, nonostante le stesse evidenze
scientifiche, incoraggia il consumo di latticini e carni,
decantandone proprietà quantomeno dubbie, quando non apertamente
smascherate (latte e calcio, come abbiamo trattato qui: https://www.facebook.com/ChicchiRicchidiSalute/photos/a.1562342397312969.1073741828.1562331400647402/1565346163679259/?type=1&theater).
Tornando al punto quindi, ammesso e non concesso che vi sia una REALE
carenza di questa vitamina, tale evento è da imputarsi in maniera
molto più ragionevole e verosimile a fattori diversi
dall'alimentazione VEG, in primis perchè tale carenza coinvolge
anche le persone con un'alimentazione variata che, a rigor di logica,
non dovrebbero presentarla; quello che probabilmente è il principale
motivo può imputarsi a delle problematiche intestinali che vanno ad
inficiare il funzionamento del fattore intrinseco, che possono essere
più o meno influenzate dall'alimentazione.
Un'alimentazione sana ed accorta sostiene l'intestino, migliorandone
la condizione e favorendo l'assorbimento delle cobalamine, così come
un'alimentazione sbagliata può ottenere l'effetto opposto; in tal
caso mangiare cibi ricchi di vitamina B12 (derivati animali) fa in
modo che, nonostante le perdite date dalla malnutrizione (intesa come
alimentazione errata), il corpo abbia un surplus della vitamina per
contrastarne la perdita: curiamo il sintomo, non la causa.
Inoltre, questa problematica si è acuita in seguito all'aumento
dell'inquinamento ambientale, che fa sì che il nostro cibo necessiti
(soprattutto quello della grande distribuzione) di trattamenti
(pesticidi ecc...) tali da distruggere la flora batterica del terreno
(che è il "veicolo" della vitamina); così facendo
eliminiamo o riduciamo fortemente quella percentuale di B12 che noi
NATURALMENTE assorbiremmo dai vegetali, rischiando di incorrere in
quelle che vengono chiamate carenze (sulle quali possiamo nutrire
comunque dei dubbi, sempre per il discorso che le cobalamine non si
consumano), e per le quali non solo noi, ma anche gli animali che
vengono successivamente macellati, prendono integratori.
Questa è una semplice riflessione per coloro che ritengono gli integratori meno naturali della carne: prendere un integratore con addizionata B12 è meno naturale di mangiare un animale che ha a sua volta mangiato un pastone con addizionata B12?
Questa è una semplice riflessione per coloro che ritengono gli integratori meno naturali della carne: prendere un integratore con addizionata B12 è meno naturale di mangiare un animale che ha a sua volta mangiato un pastone con addizionata B12?
In ultimo, i VEG dovrebbero prendere in seria considerazione il fatto
che i valori considerati "normali" per determinati
nutrienti sono riferiti a campioni di persone con uno stile
alimentare omologo ma differente dal loro, quindi vi sono i
presupposti per non considerarli probatori alla stessa maniera;
nulla vieta che un corpo abituato ad un determinato tipo di
alimentazione o più efficiente abbia dei valori ottimali differenti
da quelli indicati per la popolazione media.
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