Sembra un assurdo, ma quando si mangia
la carne, in realtà ciò che più si consuma è il nostro organismo;
la carne, infatti, è un alimento inadatto all'uomo, che non ha le
capacità intrinseche per neutralizzarne i suoi numerosi effetti
collaterali, finendo per venirne "divorato" dall'interno.
In particolare, senza andare ad analizzare la fisiologia umana
(spiccatamente frugivora, la tratterò in un prossimo articolo),
basti pensare che l'uomo è sprovvisto dell'enzima uricasi,
adibito alla neutralizzazione dell'acido urico; quest'ultimo si forma
dalle purine ed è un acido strettamente correlato all'alimentazione
di tipo carnivoro-onnivoro. Gli animali "progettati" per
mangiare carne sono naturalmente provvisti di questo enzima, a
differenza dell'uomo, ma non è solo l'acido urico l'elemento di cui
ci dobbiamo preoccupare....
Partiamo dal presupposto che la carne è
un essere vivente morto; dal momento del decesso, ha inizio il
processo di decomposizione, che viene pilotato attraverso la
frollatura (da pochi giorni sino ad oltre 15) per superare il periodo
del rigor mortis (2-4 giorni) e far riprendere alla carne tenerezza.
In questo processo, però, il deperimento non è mai totalmente
arrestato, ma viene artificiosamente rallentato, così la carne
sviluppa le ptomaine, alcaloidi cadaverici che si formano
dall'azione dei batteri della putrefazione, tra cui le rinomate
cadaverina e putrescina. Tali sostanze sono comunemente
presenti nel corpo umano, perchè risultanti del ciclo di ricambio
cellulare; tuttavia la loro presenza eccessiva, a causa di un loro
esagerato introito alimentare (derivante in maniera massiva dagli
alimenti di origine animale), sovraccarica l'organismo, che non
riesce più ad eliminarle tramite il fegato, aumentando anche il
rischio di proliferazione delle cellule tumorali (l'aumento del
consumo di carne è correlato all'incidenza dei tumori al colon, allo
stomaco, alla prostata ed alla mammella).
Oltre alle ptomaine, il processo di
deperimento interessa anche l'aldeide malonica, una sostanza
che deriva dall'ossidazione dei grassi animali, che aumenta durante
la putrefazione e moltiplica con la cottura; questa sostanza è
cancerogena e viene correlata al cancro intestinale dei più assidui
mangiatori di carne.
Non tutte le problematiche di questo
"alimento" derivano dalla sua putrefazione però; ad
esempio, le leucomaine sono ammine tossiche prodotte dal
metabolismo animale, sostanze di scarto comunque presenti nella
carne, e comprendono: purine, acido urico, urea, acido ippurico,
ammoniaca e creatinina. Per smaltire queste sostanze (la mancanza
dell'uricasi qui è un serio problema), fegato e reni sono costretti
ad un superlavoro, che comunque spesso non è sufficiente e getta le
basi per lo sviluppo di patologie quali la gotta e
l'immunodeficienza.
Non tralasciamo infine altre due
sostanze, una sempre presente, ed una la quale concentrazione aumenta
proprio prima della macellazione: il colesterolo LDL e
l'adrenalina. Il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) è
presente in tutti gli alimenti di origine animale, ed il suo eccesso
nel sangue aumenta il rischio di incorrere in patologie
cardio-vascolari; l'adrenalina invece è abbondantemente prodotta
giusto prima dell'abbattimento (l'animale è cosciente di quello che
sta avvenendo), e rimane nelle carni del cadavere, rischiando di
aggravare condizioni di ansia, stress, aggressività e nervosismo nei
soggetti già interessati da queste condizioni e di farle comparire
in soggetti esenti.
Qualora, a questo punto, la carne sembrasse ancora un alimento salutare, analizziamo le tossine che sviluppa sino al momento in cui viene consumata, il benzopirene e la diossina.
Qualora, a questo punto, la carne sembrasse ancora un alimento salutare, analizziamo le tossine che sviluppa sino al momento in cui viene consumata, il benzopirene e la diossina.
Il benzopirene è una sostanza tossica
che si forma con la combustione di materiale organico, si trova ad
esempio nel fumo di sigaretta, nei gas di scarico dei motori diesel e
nella carbonizzazione dei cibi; la carne alla griglia ne è ricca (in
circa 1 kg di carne grigliata c'è la stessa quantità di benzopirene
di 600 sigarette), ed è una sostanza cancerogena.
La diossina è un inquinante ambientale derivante dal trattamento termico di materiale industriale o dei rifiuti; è liposolubile, ciò vuol dire che sedimenta nel grasso degli animali e dei loro derivati che vi sono stati esposti, e attraverso l'alimentazione finisce all'uomo. E' una sostanza cancerogena, legata a diverse deficienze, quali quella del sistema immunitario, riproduttivo e d'apprendimento; la sua azione tossica è molto più pericolosa nei bambini e negli anziani.
La diossina è un inquinante ambientale derivante dal trattamento termico di materiale industriale o dei rifiuti; è liposolubile, ciò vuol dire che sedimenta nel grasso degli animali e dei loro derivati che vi sono stati esposti, e attraverso l'alimentazione finisce all'uomo. E' una sostanza cancerogena, legata a diverse deficienze, quali quella del sistema immunitario, riproduttivo e d'apprendimento; la sua azione tossica è molto più pericolosa nei bambini e negli anziani.
Infine, proprio perchè sino ad ora
l'alimento appare ancora troppo sano, analizziamo le sostanze esterne
alla carne che gli vengono addizionate per diverse ragioni: nitriti
e nitrati, nitrosammine, antibiotici, ormoni.
I nitriti e i nitrati sono utilizzati
come conservanti; i nitriti possono causare tumori, e benchè i
nitrati siani di per se innocui, possono trasformarsi in nitriti
tramite la cottura, tramite il deperimento o tramite la flora
batterica intestinale.
Le nitrosammine sono sostanze derivate dai nitriti, a causa sia della cottura che di un ambiente acido, quale lo stomaco; anche queste sono sostanze cancerogene.
Le nitrosammine sono sostanze derivate dai nitriti, a causa sia della cottura che di un ambiente acido, quale lo stomaco; anche queste sono sostanze cancerogene.
Gli antibiotici, che vengono utilizzati
per curare in via preventiva o effettiva gli animali, possono
rimanere nelle carni macellate; la loro assunzione superflua può
generare una condizione di farmaco-resistenza (questo è un motivo
per cui i virus da allevamento sono più pericolosi per l'uomo,
perchè già resistenti ai farmaci).
Gli ormoni, che sono comunemente
utilizzati per aumentare la resa ponderale degli animali nelle carni
e nei derivati; questi passano dal prodotto al consumatore,
disturbando potenzialmente lo sviluppo dei bambini e dei feti, ed
aumentando il rischio a lungo termine di contrarre tumori.
Il pesce è carne, e come tale presenta
le stesse problematiche, semplicemente risulta più digeribile perchè
presenta meno tessuto connettivo; in compenso, vive in un habitat
talmente inquinato (che sia il mare, il fiume o il lago) da
presentare un conto ancor più ricco di inquinanti ambientali (è la
prima fonte di intossicazione da diossina e mercurio). Infine, gli
acidi grassi omega, per i quali spesso viene decantato, subiscono
l'invalidante trattamento della cottura.
In conclusione, è vero che alcune di queste sostanze non sono un'esclusiva degli alimenti di origine animale, ma è altrettanto vero che la carne (e i derivati) ne è (sono) la principale fonte, e non di poco. Questo è avallato da tutti i numerosi studi che correlano strettamente le malattie degenerative al consumo abituale di alimenti di origine animale, "alimenti" dietro ai quali non ci sono motivazioni salutistiche ma bensì economiche.
In conclusione, è vero che alcune di queste sostanze non sono un'esclusiva degli alimenti di origine animale, ma è altrettanto vero che la carne (e i derivati) ne è (sono) la principale fonte, e non di poco. Questo è avallato da tutti i numerosi studi che correlano strettamente le malattie degenerative al consumo abituale di alimenti di origine animale, "alimenti" dietro ai quali non ci sono motivazioni salutistiche ma bensì economiche.
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