Con la classificazione di proteine
nobili, si è voluto veicolare in maniera tendenziosa ed arcaica una
peculiarità delle proteine animali, rendendole "altolocate"
rispetto a tutte le altre; questa definizione non è solo
completamente fuorviante, ma degna dell'oscurantismo medioevale.
Spieghiamo brevemente da cosa deriva
questo arbitrario superclassamento delle proteine animali; degli
aminoacidi esistenti, circa una ventina intervengono nella nostra
sintesi proteica, una decina dei quali sono considerati aminoacidi
essenziali, perchè il nostro corpo non è in grado di sintetizzarli
autonomamente (gli aminoacidi sono dibattuti tra 21-23 e gli
essenziali tra 8-10, per dire la certezza assoluta con cui ci
avviciniamo a queste argomentazioni). Le proteine di origine animale
possiedono al loro interno tutti gli aminoacidi essenziali
contemporaneamente, a differenza della quasi totalità degli alimenti
vegetali (la soia ad esempio li ha tutti anch'essa). Gli alimenti
vegetali sono quindi stati intrinsecamente relegati a fornitori di
proteine "plebee" in virtù del fatto che non posseggono
contemporaneamente tutti gli aminoacidi essenziali, ma sono quindi
privi di alcuni di essi? Certo che no, gli alimenti vegetali sono
perfettamente in grado di fornire tutti gli aminoacidi necessari al
nostro corpo, semplicemente non sono concentrati tutti in un unico
alimento ma sono divise tra i vari frutti, verdure, cereali e legumi;
una dieta variata fornisce al nostro organismo tutta la quantità,
reale o presunta tale, di proteine necessarie. Seguendo il
ragionamento delle proteine nobili, nella nostra alimentazione
dovremmo classificare anche le "proteine regali", ovvero
quelle della carne umana, perchè essendo la carne più simile alla
nostra presenta la composizione aminoacida ottimale per il nostro
organismo (questa provocazione è stata ripresa da più esperti in
materia)!
In tutte queste considerazioni stiamo,
ed è storicamente stato (lo prova il nome altisonante), tralasciando
tutta una serie di altre condizioni riguardanti il nostro organismo:
le proteine non sono elementi stagni, ma interagiscono oltre che tra
loro, con vitamine e minerali, elementi di cui i vegetali, ancor
maggiormente se crudi, sono ricchissimi; le proteine vegetali sono
molto meno acidificanti di quelle animali, mobilitando un minor
quantitativo di sali minerali, che andrebbero a discapito della
nostra bilancia nutrizionale ed infine, le proteine di origine animale
sono associate agli alimenti di origine animale, ricchissimi di
colesterolo e grassi saturi.
In parole povere, se ragionassimo in maniera olistica sulle proteine, la medaglia sarebbe inesorabilmente rovesciata, rendendo le proteine vegetali "proteine pulite" e quelle animali "proteine inquinanti", in quanto la loro dubbia vantaggiosità si scontrerebbe contro la certa dannosità.
In parole povere, se ragionassimo in maniera olistica sulle proteine, la medaglia sarebbe inesorabilmente rovesciata, rendendo le proteine vegetali "proteine pulite" e quelle animali "proteine inquinanti", in quanto la loro dubbia vantaggiosità si scontrerebbe contro la certa dannosità.
E' importante infine ricordare che il
fabbisogno proteico tanto decantato è frutto anch'esso di
considerazioni arbitrarie, che si sono via via alleggerite nel tempo,
segnalando che l'alimento più prestante a livello accrescitivo del
corpo umano (il latte materno che trasforma il lattante in bambino),
ha una concentrazione proteica dall'uno al due percento, guardacaso
la stessa quantità presente in frutta e verdura (il chè dovrebbe
dare un piccolo input sulla fisiologia frugivora dell'uomo).
Nel linguaggio comune la parola "mito"
indica qualcosa di favoloso o di irraggiungibile, che viene in
qualche modo amplificato e allontanato dal reale; per l'appunto il
"mito" delle proteine nobili, elevate oltre i propri meriti
per evidenti interessi manifesti, così chiari da riuscire a
nascondersi dietro comode falsità.
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