martedì 24 febbraio 2015

IL MEDIOEVO ALIMENTARE: CARENZA DI B12 ED ALIMENTAZIONE VEG

La vitamina B12, conosciuta anche come cobalamina, è un coenzima sul quale si fa spesso un gran discutere, soprattutto nell'ambiente veg, quando in realtà la sua deficienza (o presunta tale) è una condizione che spesso prescinde dal fatto di non assumere alimenti di origine animale; sono infatti diverse la cause alle quali si può associare un basso livello di questo elemento, il quale valore di riferimento è tuttavia molto discusso.
Per cominciare, cos'è la vitamina B12 e a cosa serve nel nostro organismo?
Come scritto poc'anzi, le cobalamine (metilcobalamina, idrossicobalamina, deossiadenosilcobalamina e cianocobalamina) sono dei coenzimi, ovvero delle sostanze che partecipano alle reazioni ma senza venirne distrutte, ecco perchè in una persona sana dal momento in cui cessa di assumerle sino al momento dell'eventuale carenza e manifestazione degli effetti negativi possono intercorrere anche 20 anni; inutile sottolineare quanto sia difficile non assumere assolutamente vitamina B12 nell'arco di così tanto tempo, visto che in quantità minime tale vitamina è presente in moltissimi alimenti, anche vegetali, tanto più quanto più naturali essi sono. La grave carenza di cobalamine è correlata a diverse patologie degenerative del sistema nervoso (ma bisogna sempre considerare che con l'avanzare dell'età questa non può che considerarsi una concausa, data la moltitudine di fattori che contribuiscono nel contrarre tali patologie) ed all'anemia perniciosa, una forma di anemia che però, è bene ricordare, si sviluppa anche in seguito alla degenerazione di patologie intestinali (che sono alimentate o possono alimentare le problematiche correlate al fattore intrinseco intestinale, anch'esso causa del malassorbimento della vitamina B12).
Per quanto riguarda il valore di riferimento della B12 nell'organismo, ci sono voci discordanti: diversi esperti sostengono che sia stato praticamente raddoppiato intorno agli anni 70, passando da un valore minimo di 80 al minimo attuale che è, appunto, il doppio; fermo restando che tali valori sono e restano INDICATIVI (nella sua immensa complessità il corpo umano varia tantissimo da persona a persona, così come i reali fabbisogni, rendendo il benessere individuale ben lungi da poter essere omologato in un valore generico), è legittimo dubitare di una "scienza alimentare" che ancora ad oggi, nonostante le stesse evidenze scientifiche, incoraggia il consumo di latticini e carni, decantandone proprietà quantomeno dubbie, quando non apertamente smascherate (latte e calcio, come abbiamo trattato qui: https://www.facebook.com/ChicchiRicchidiSalute/photos/a.1562342397312969.1073741828.1562331400647402/1565346163679259/?type=1&theater).
Tornando al punto quindi, ammesso e non concesso che vi sia una REALE carenza di questa vitamina, tale evento è da imputarsi in maniera molto più ragionevole e verosimile a fattori diversi dall'alimentazione VEG, in primis perchè tale carenza coinvolge anche le persone con un'alimentazione variata che, a rigor di logica, non dovrebbero presentarla; quello che probabilmente è il principale motivo può imputarsi a delle problematiche intestinali che vanno ad inficiare il funzionamento del fattore intrinseco, che possono essere più o meno influenzate dall'alimentazione.
Un'alimentazione sana ed accorta sostiene l'intestino, migliorandone la condizione e favorendo l'assorbimento delle cobalamine, così come un'alimentazione sbagliata può ottenere l'effetto opposto; in tal caso mangiare cibi ricchi di vitamina B12 (derivati animali) fa in modo che, nonostante le perdite date dalla malnutrizione (intesa come alimentazione errata), il corpo abbia un surplus della vitamina per contrastarne la perdita: curiamo il sintomo, non la causa.
Inoltre, questa problematica si è acuita in seguito all'aumento dell'inquinamento ambientale, che fa sì che il nostro cibo necessiti (soprattutto quello della grande distribuzione) di trattamenti (pesticidi ecc...) tali da distruggere la flora batterica del terreno (che è il "veicolo" della vitamina); così facendo eliminiamo o riduciamo fortemente quella percentuale di B12 che noi NATURALMENTE assorbiremmo dai vegetali, rischiando di incorrere in quelle che vengono chiamate carenze (sulle quali possiamo nutrire comunque dei dubbi, sempre per il discorso che le cobalamine non si consumano), e per le quali non solo noi, ma anche gli animali che vengono successivamente macellati, prendono integratori.
Questa è una semplice riflessione per coloro che ritengono gli integratori meno naturali della carne: prendere un integratore con addizionata B12 è meno naturale di mangiare un animale che ha a sua volta mangiato un pastone con addizionata B12?
In ultimo, i VEG dovrebbero prendere in seria considerazione il fatto che i valori considerati "normali" per determinati nutrienti sono riferiti a campioni di persone con uno stile alimentare omologo ma differente dal loro, quindi vi sono i presupposti per non considerarli probatori alla stessa maniera; nulla vieta che un corpo abituato ad un determinato tipo di alimentazione o più efficiente abbia dei valori ottimali differenti da quelli indicati per la popolazione media.


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