mercoledì 31 dicembre 2014

COME LA CARNE CI DIVORA

Sembra un assurdo, ma quando si mangia la carne, in realtà ciò che più si consuma è il nostro organismo; la carne, infatti, è un alimento inadatto all'uomo, che non ha le capacità intrinseche per neutralizzarne i suoi numerosi effetti collaterali, finendo per venirne "divorato" dall'interno. In particolare, senza andare ad analizzare la fisiologia umana (spiccatamente frugivora, la tratterò in un prossimo articolo), basti pensare che l'uomo è sprovvisto dell'enzima uricasi, adibito alla neutralizzazione dell'acido urico; quest'ultimo si forma dalle purine ed è un acido strettamente correlato all'alimentazione di tipo carnivoro-onnivoro. Gli animali "progettati" per mangiare carne sono naturalmente provvisti di questo enzima, a differenza dell'uomo, ma non è solo l'acido urico l'elemento di cui ci dobbiamo preoccupare....
Partiamo dal presupposto che la carne è un essere vivente morto; dal momento del decesso, ha inizio il processo di decomposizione, che viene pilotato attraverso la frollatura (da pochi giorni sino ad oltre 15) per superare il periodo del rigor mortis (2-4 giorni) e far riprendere alla carne tenerezza. In questo processo, però, il deperimento non è mai totalmente arrestato, ma viene artificiosamente rallentato, così la carne sviluppa le ptomaine, alcaloidi cadaverici che si formano dall'azione dei batteri della putrefazione, tra cui le rinomate cadaverina e putrescina. Tali sostanze sono comunemente presenti nel corpo umano, perchè risultanti del ciclo di ricambio cellulare; tuttavia la loro presenza eccessiva, a causa di un loro esagerato introito alimentare (derivante in maniera massiva dagli alimenti di origine animale), sovraccarica l'organismo, che non riesce più ad eliminarle tramite il fegato, aumentando anche il rischio di proliferazione delle cellule tumorali (l'aumento del consumo di carne è correlato all'incidenza dei tumori al colon, allo stomaco, alla prostata ed alla mammella).
Oltre alle ptomaine, il processo di deperimento interessa anche l'aldeide malonica, una sostanza che deriva dall'ossidazione dei grassi animali, che aumenta durante la putrefazione e moltiplica con la cottura; questa sostanza è cancerogena e viene correlata al cancro intestinale dei più assidui mangiatori di carne.
Non tutte le problematiche di questo "alimento" derivano dalla sua putrefazione però; ad esempio, le leucomaine sono ammine tossiche prodotte dal metabolismo animale, sostanze di scarto comunque presenti nella carne, e comprendono: purine, acido urico, urea, acido ippurico, ammoniaca e creatinina. Per smaltire queste sostanze (la mancanza dell'uricasi qui è un serio problema), fegato e reni sono costretti ad un superlavoro, che comunque spesso non è sufficiente e getta le basi per lo sviluppo di patologie quali la gotta e l'immunodeficienza.
Non tralasciamo infine altre due sostanze, una sempre presente, ed una la quale concentrazione aumenta proprio prima della macellazione: il colesterolo LDL e l'adrenalina. Il colesterolo LDL (colesterolo cattivo) è presente in tutti gli alimenti di origine animale, ed il suo eccesso nel sangue aumenta il rischio di incorrere in patologie cardio-vascolari; l'adrenalina invece è abbondantemente prodotta giusto prima dell'abbattimento (l'animale è cosciente di quello che sta avvenendo), e rimane nelle carni del cadavere, rischiando di aggravare condizioni di ansia, stress, aggressività e nervosismo nei soggetti già interessati da queste condizioni e di farle comparire in soggetti esenti.
Qualora, a questo punto, la carne sembrasse ancora un alimento salutare, analizziamo le tossine che sviluppa sino al momento in cui viene consumata, il benzopirene e la diossina.
Il benzopirene è una sostanza tossica che si forma con la combustione di materiale organico, si trova ad esempio nel fumo di sigaretta, nei gas di scarico dei motori diesel e nella carbonizzazione dei cibi; la carne alla griglia ne è ricca (in circa 1 kg di carne grigliata c'è la stessa quantità di benzopirene di 600 sigarette), ed è una sostanza cancerogena.
La diossina è un inquinante ambientale derivante dal trattamento termico di materiale industriale o dei rifiuti; è liposolubile, ciò vuol dire che sedimenta nel grasso degli animali e dei loro derivati che vi sono stati esposti, e attraverso l'alimentazione finisce all'uomo. E' una sostanza cancerogena, legata a diverse deficienze, quali quella del sistema immunitario, riproduttivo e d'apprendimento; la sua azione tossica è molto più pericolosa nei bambini e negli anziani.

Infine, proprio perchè sino ad ora l'alimento appare ancora troppo sano, analizziamo le sostanze esterne alla carne che gli vengono addizionate per diverse ragioni: nitriti e nitrati, nitrosammine, antibiotici, ormoni.
I nitriti e i nitrati sono utilizzati come conservanti; i nitriti possono causare tumori, e benchè i nitrati siani di per se innocui, possono trasformarsi in nitriti tramite la cottura, tramite il deperimento o tramite la flora batterica intestinale.
Le nitrosammine sono sostanze derivate dai nitriti, a causa sia della cottura che di un ambiente acido, quale lo stomaco; anche queste sono sostanze cancerogene.
Gli antibiotici, che vengono utilizzati per curare in via preventiva o effettiva gli animali, possono rimanere nelle carni macellate; la loro assunzione superflua può generare una condizione di farmaco-resistenza (questo è un motivo per cui i virus da allevamento sono più pericolosi per l'uomo, perchè già resistenti ai farmaci).
Gli ormoni, che sono comunemente utilizzati per aumentare la resa ponderale degli animali nelle carni e nei derivati; questi passano dal prodotto al consumatore, disturbando potenzialmente lo sviluppo dei bambini e dei feti, ed aumentando il rischio a lungo termine di contrarre tumori.

Il pesce è carne, e come tale presenta le stesse problematiche, semplicemente risulta più digeribile perchè presenta meno tessuto connettivo; in compenso, vive in un habitat talmente inquinato (che sia il mare, il fiume o il lago) da presentare un conto ancor più ricco di inquinanti ambientali (è la prima fonte di intossicazione da diossina e mercurio). Infine, gli acidi grassi omega, per i quali spesso viene decantato, subiscono l'invalidante trattamento della cottura.

In conclusione, è vero che alcune di queste sostanze non sono un'esclusiva degli alimenti di origine animale, ma è altrettanto vero che la carne (e i derivati) ne è (sono) la principale fonte, e non di poco. Questo è avallato da tutti i numerosi studi che correlano strettamente le malattie degenerative al consumo abituale di alimenti di origine animale, "alimenti" dietro ai quali non ci sono motivazioni salutistiche ma bensì economiche.



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